Arte contemporanea? La nuova visione cinese in mostra a Torino

Duan Jianyu, Yes No.2

China mon amour. E’ proprio il caso di dirlo. Perchè quest’anno oltre ad essere l’anno culturale della Cina in Italia con i festeggiamenti il 6 novembre 2010 dei 40 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi, ci sono e ci saranno numerose mostre e manifestazioni che presenteranno l’arte contemporanea cinese in tutte le sue sfumature. Si perchè sembra che fino ad oggi la Cina fosse rimasta addormentata.

Cai Guo Qiang, The Eagle has Arrived, 2001

Oppure eravamo noi, l’Occidente, e in questo caso l’Italia, che la guardava solo a mezz’occhio. La Cina e l’Oriente in sè, è stato da sempre il fiore all’occhiello d’ispirazione per l’arte occidentale. Dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla moda, vediamo come la Cina sia stia attribuendo ad oggi, in modo prorompente, il ruolo di fonte di originalità e rivisitazione culturale. Non solo il Paese della nuova economia mondiale ma anche della nuova visione artistica. Ci si imbatte così a Torino nel museo privato, l’Astrup Fearnley Museum di Oslo, e precisamente nella sua collezione di arte cinese contemporanea.

Zhang Ding, N-Kilometres towards the West, Photo by Anders Valde

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli dal 7 novembre al 27 febbraio 2011 presenta così la mostra CHINA POWER STATION, arte contemporanea cinese dalla collezione Astrup Fearnley. Il museo di Oslo produsse nel 2006 a Londra una mostra, proprio dal titolo China Power Station, e poi decise di acquistarla e farla diventare così parte della sua collezione permanente che ha sede nel museo Astrup Fearnley Museum of Modern Art a Oslo, in Norvegia. Il progetto presente a Torino è a cura di Julia Peyton Jones, Gunnar B. Kvaran e Hans Ulrich Obrist ed è nato come progetto evolutivo in collaborazione tra la Serpentine Gallery di Londra e l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art. Negli anni successivi la collezione di arte cinese è cresciuta grazie ad altre acquisizioni, alcune delle quali sono esposte proprio alla Pinacoteca Agnelli.

Huang Yong Ping, Colosseum, Photo by Anders Valde

L’avanguardia e lo stile dell’Astrup Fearnley è noto in tutto il mondo grazie alle collezioni in esso presenti di arte moderna e contemporanea, con opere di artisti come Bacon, Koons e Warhol che non hanno nulla da invidiare ai più grandi musei europei e transoceanici. Gli artisti qui presentati offrono il giusto sguardo generazionale degli anni ’70-’80 con l’aggiunta di alcuni artisti più affermati come Cai Guo Qiang e Huang Yong Ping. Da notare che le visioni del nuovo millenio ci mettono di fronte artisti che usano tecniche molto diverse tra loro.

Cao Fei, Second Life City

Da Second Life alla pittura a china o ad acquarello che ricordano le grandi tecniche manuali e di artigianato. Più frequenti sono gli ibridi artistici. Tecnologia e tradizione. Molte opere esposte sono state prodotte tra il 2005 e il 2007 e sfumano tra temi politici, storici a visioni sul tempo, la memoria e l’imponderabile. Dalle visioni monumentali di Huang Yong Ping nel suo Colosseo a Chun Yun che ricrea l’illusione di una notte stellata, che si rivela essere invece una costellazione derivante da macchinari presenti in case e uffici. Xu Zhen ci fa vivere una finta invasione di guerra mentre Zhang Ding fa leva sul ruolo del suono: ci fa sperimentare il panorama acustico di Linxia, la città islamica cinese nella provincia di Gangu.

Liu Wei, Love it Bite It, Photo by Anders Valde

Legato alla materia è invece Xue Tao che ricicla e arrotola giornali avvolgendoli in spirali di corde appese al muro come Liu Wei che ha ideato una fragile metropoli i cui edifici sono fatti con pelle di maiale. La memoria è presente in Zhou Zixi mentre l’assurdo ed il futile in Duan Jianyu e Zhou Tao. Temi, soggetti, contenuti. Interessanti sono due opere diverse sia concettualemente che materialmente: Liang Yue che presenta un inventario di abiti da lui acquistati dalla gente per strada e Cao Fei che presenta un’opera interattiva, di una società parallela, una città nel mondo digitale virtuale di Second life, che pone la questione dell’identità e dell’emergere di nuovi ordini sociali. L’effetto che produce? Ricombinazione, alterazione, rivoluzione e dissoluzione. Metafore artistiche con materiali i più variegati possibili. Mix vincente. L’arte cinese è alla ribalta e diventa la reginetta della festa. E noi gli passiamo volentieri (?) lo scettro.




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