THE CAL 2018 sceglie Tim Walker. Finalmente!

Ha qualcosa di affascinante e di culturalmente antropologico osservare come un calendario di un’industria di pneumatici, che ti aspetteresti appeso in qualche parete di officina, sia diventato un oggetto di culto, collezione e dibattito. Un fenomeno che dura da oltre 50 anni ( la prima edizione è del 1964) e che abbiamo trattato in altri articoli, ma che non smette mai di stupirci.

Lo stupore è la parola chiave, il sentimento che, da sempre,  mi suggerisce l’opera fotografica di Tim Walker. Quello che dovrebbe fare un fotografo, soprattutto di moda, come mi disse un giorno Oliviero Toscani, è proprio “stupire“. Lo stupore è l’emozione dell’arte, dell’immaginazione. Molti confondono la via che conduce all’inaspettato che sorprende con quella che porta all‘inatteso che scandalizza. Le due sensazioni non sono paragonabili. In passato anche The Cal si è affidato a fotografi più inclini a scandalizzare o provocare  che non a meravigliare ( penso come  esempio a Terry Richardson).  Ma il calendario Pirelli è uno specchio fedele anno dopo anno delle inclinazioni, aspirazioni, vizi e virtù della società contemporanea. Dal ritrattista ufficiale dei Beatles, l’inglese Robert Freeman, al tedesco Uwe Ommer, da Herb Ritts a Mario Testino, numerosi grandi maestri hanno lasciato la propria impronta “da collezione”.  

Richard Avedon ritenuto  uno degli innovatori della fotografia di moda, fu autore di “The Cal” nel lontano 1997 con la direzione artistica di Fabien Baron. Più di vent’anni dopo è proprio uno dei suoi più talentuosi  assistenti, Tim Walker, ad avere il compito e la responsabilità di interpretare i mitici 12 mesi del Pirelli.

© Tim Walker – Portrait

Nato nel 1970, Walker si appassiona di fotografia, ai tempi dell’università, quando a Londra ha l’occasione di lavorare per un anno occupandosi dell’archivio dell’opera di Beaton (Sir Cecil Beaton è stato un fotografo e costumista britannico) presso la libreria Conde Nast. Nel ’94 inizia a lavorare come assistente fotografo freelance per poi trasferirsi a New York dove riuscirà a farsi assumere a tempo pieno come assistente di Avedon. Ritorna in Inghilterra e a soli 25 anni scatta il suo primo “editoriale” per Vogue . Ha collaborato con le edizioni italiana, inglese e statunitense della celebrata rivista ma anche con W Magazine e LOVE Magazine sin dall’inizio. 

Diversi premi,  mostre e  monografie hanno già magnificato e divulgato l’opera di questo fotografo, creativo per eccellenza, e anche il The Victoria & Albert Museum oltre alla National Portrait Gallery di Londra, lo includono nelle loro collezioni permanenti.

Poco è lasciato al caso nella fotografia di Tim Walker, ogni dettaglio è studiato, tutto è un’esplosione di creatività, di mondi fittizi, funambolici, paradossali e fiabeschi. Le sue foto sono molto costose, non parlo di prezzo, ma di energia e risorse impiegate. Ma questa costruzione meticolosa lo rende impareggiabile e personalmente lo ritengo  uno dei più significativi fotografi di moda contemporanei. 

Non ci resta che attendere di essere incantati, sorpresi e accolti nel suo mondo  romantico e  immaginifico, sfogliando le pagine dell’edizione 2018 del Calendario Pirelli. 

 




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