“My generation”: artisti under 35 della capitale romana a confronto

ALESSANRO ROSA Frame del video Monad, 2010, installazione audio-video, dimensioni ambiente.

Domenica calda d’inizio ottobre a Roma. Nel cuore di Villa Borghese dove le arti e la cultura si incontrano con ciò che è considerato “popolare”: la Galleria Borghese e il Globe Theatre, la Casina di Raffaello e le impalcature per l’atteso concerto di Renato Zero, le corse dei cavalli a Piazza di Siena ed i mercatini bio/eco, spunta nel piccolo museo Pietro Canonica una mostra che unisce il passato al presente facendo “l’occhiolino” al futuro.

VINCENZO RULLI, Ode a Medusa con cornamusa, 2010, ph: Chiara Micol Schiona.

Una folla di gente, tra appassionati con figli al seguito, giovani studiosi di arte contemporanea, amici di amici di altri amici, insomma la mia – e vostra – generazione, ovvero My Generation. Proprio così si intitola la mostra che siamo andati a visitare, un’esposizione a cura di Manuela Pacella con il coordinamento di Francesca Campli che si inserisce all’interno di Dentro Roma, rassegna annuale d’arte contemporanea ideata da Andrea Fogli, quest’anno alla sua seconda edizione.

STEFANO MINZI, Canne al Vento (alcuni spunti per diventare un artista di fama internazionale in un’Italia in trasformazione e dormire sonni tranquilli), 2010, ph: Chiara Micol Schiona

Quello che fino al 7 novembre vedremo in mostra è il racconto, selezionato per capitoli e per temi, della scena dell’arte contemporanea della capitale romana. Come in tutti i grandi racconti abbiamo dei protagonisti ben delineati. Sono i 15 giovani under 35 selezionati da un comitato costituito da critici d’arte, curatori ed artisti di varie generazioni e appartenenti al sistema dell’arte della capitale. Andrea Aquilanti, Luca Massimo Barbero, Mario De Candia, Andrea Fogli, Roberto Lambarelli, Daniela Lancioni, Barbara Martusciello, Manuela Pacella, membri del comitato, hanno segnalato gli artisti oggi in mostra. L’appartamento di Canonica viene invaso dalla pittura al video, dalla fotografia alla scultura, dall’installazione alla performance: linguaggi diversi per altrettanti stili differenti. Gli artisti Giulia Cantisani, Eleonora Di Marino, Valentino Diego, Cristina Falasca, Mariana Ferratto, Ilaria Loquenzi, Stefano Minzi, Emanuela Murtas, Giacinto Occhionero, Nicola Pecoraro, Mariagrazia Pontorno, Alessandro Rosa, Pietro Ruffo, Vincenzo Rulli e Mauro Vitturini hanno tutti qualcosa da dire.

PIETRO RUFFO, Micro struttura funzionale A, 2003

Sappiamo però che in ogni buon racconto c’è chi spicca di più e chi invece fa solamente una breve comparsata gettando lì solo un paio di battute per riapparire a volte nel finale. E così è accaduto in mostra. I lavoratori precari, performance di Emanuela Murtas ed Eleonora di Martino, ci applaudono all’entrata del museo. Entrati ci colpisce da subito l’opera di Alessandro Rosa Monad, una grande sfera che ruota al centro della sala con proiezioni fluttuanti. Protagonista assoluto Stefano Minzi che con le opere Canne al Vento (alcuni spunti per diventare un artista di fama internazionale in un’Italia in trasformazione e dormire sonni tranquilli) utilizza ironia, sarcasmo e una certa dose di “buon senso”. La Medusa con cornamusa di Vincenzo Rulli crea frastuono in sala: le “lingue di suocera” attirano i bambini e a noi fanno accennare un sorriso. Gli under 35 sono alla ribalta. Sono al di fuori di ogni corrente artistica storicizzata. Postmoderni?! Non lo sappiamo. Quindi se avete voglia di vedere cosa combina la nostra generazione fate un salto al Canonica. Magari c’è qualcosa che non vi aspettate no?!




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