Irving Penn: la fotografia lunga un secolo

Avete voglia di trascorrere un w-end fuori porta? Magari prendendo il primo low cost in offerta? Se decidete, ad esempio, di visitare una capitale europea, fino il 6 giugno ad attendervi, alla National Portrait Gallery di Londra, c’è  la retrospettiva dell’arcinoto fotografo di moda Irving Penn. Se invece siete più sedentari o gli impegni lavorativi vi trattengono, dal il 1 luglio, e fino il 4 ottobre, potrete ammirare la sopracitata mostra in Italia, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma (n.d.r. – 7/7/10 apprendiamo dall’organizzatore che la mostra a Roma è stata cancellata).

L’esposizione è composta da 130 stampe in bianco e nero del grande artista, collaboratore di punta di Vogue, scomparso l’anno scorso a 92 anni; le sue opere ritraggono star di Hollywood come Marlene Dietrich, Al Pacino, Grace Kelly, Alfred Hitchcock,  artisti  come Salvador Dalì, Pablo Picasso, Duke Ellington e Truman Capote, ma anche nature  morte o individui sconosciuti.

Insieme ad Avedon e Newton, altri due geni della fotografia del Ventunesimo secolo, Penn ha rivoluzionato l’ iconografia delle riviste di moda inventando un nuovo stile e un differente modo di vedere le immagini, andando al di là della commercializzazione dei prodotti.  La sua impronta fotografica si riconosce dal forte contrasto che usava porre tra sfondo e soggetto ripreso, cercando di cogliere l’essenza del carattere nei suoi ritratti, mettendone a nudo l’anima. Nel 1967 creò uno “studio da viaggio”, che diede vita a Worlds in a small room, un alternarsi di ritratti di personaggi famosi a foto di gruppo, un percorso intinerante composto dal medesimo scenario, ma con condizioni e in luoghi totalmente diversi. Dieci anni più tardi, affiancò alla sua passione quella dello Street material, una nuova attività fotografica che consisteva nel rappresentare resti lasciati “per strada”. Nonostante i diversi soggetti riprodotti, mai ignorando l’attenta analisi della figura, della luce e della composizione.

Ancora giovane, dopo diversi tentativi cercando di affermarsi come pittore, decise di abbandonare  questa strada artistica per dedicarsi alla realizzazione di campagne fotografiche incentrate sulla moda; la stessa strada che gli conferirì la fama internazionale e la celebrazione attraverso mostre monografiche nei più sacri templi dell’arte, a New York, Londra, Tokyo, Chicago, Parigi, Washington, Los Angeles.




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