Stoccolma: in fotografia moderne “modelle Kokoschka” vestono Chanel

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Julia Hafstrom, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

Avete mai sentito parlare della “bambola di Kokoschka”? E’ un fantoccio che il famoso pittore espressionista austriaco Oscar Kokoschka si fece confezionare ad “immagine e somiglianza” della sua amata Alma Mahler, già protagonista dei sui quadri come “La sposa del vento” (1914), compositrice e pittrice famosa per i suoi numerosi mariti e amanti tra cui annoverava Walter Gropius e Franz Werfel. Ebbene, le bambole di Kokoschka sono tornate tra noi, ma come?

Cover Northen Women @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Siri, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Facendo un salto temporale, osservando le fotografie scattate da Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, attivi tra New York, Parigi e Stoccolma, per Northern Women in CHANEL, la mostra esposta dal Fotografiska Museet di Stoccolma dal 1 luglio all’11 settembre, possiamo notare come le modelle dei paesi nordici e baltici rispecchino i canoni, per così dire, delle bambole-modelle del famoso pittore del “Blaue Reiter”.

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Ginta Lapina, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

La mostra letteralmente in tour giungerà entro il 2013 nei maggiori musei di tutto il mondo e mostrerà 46 tra le modelle più ambite del nord Europa tra cui Freja Beha Erichsen, Helena Christensen, Iselin Steiro, Edita Vilkeviciute, Sigrid Agren, Frida Gustavsson, Suvi Koponen, Kirsi Pyrhonen, Carmen Kass, Siri Tollerod, Caroline Winberg, Louise Pedersen e Dorothea Barth Jörgensen: sono le moderne Alma Mehler, in chiave prettamente estetica.

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Frida Gustavsson, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Iselin Steiro, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

Efebiche e Silfidi come Siri Tollerod, o Therese Alexandersson e Linn Arvidsonn che, come nella mitologia classica sono considerate viventi nel vento e come esseri che si spostano nelle correnti aeree, timide, spesso ingannevoli pur non mancando talora di apparire dolci, e, come loro, vivono nelle pianure, nelle montagne, “spose del vento” nelle altezze vertiginose del Nord. Il duo visionario, Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, il primo nato in Ungheria, iniziò a fotografare all’età di quattro anni giungendo fino alle copertine patinate di Vogue Russia, l’altra ha un background nel settore della musica sfociato successivamente nella fotografia, ha selezionato 50 stampe di grandi dimensioni dal volume in edizione limitata che consta di 300 immagini che coniugano il marchio Chanel con l’arte, la moda e la fotografia, realizzando un’opera che reinventa la comunicazione istituzionale dell’Haute Couture.

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Julia, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

La classicità di Chanel diventa malinconica, si fonde con il paesaggio scandinavo, ne riecheggia il mito. Con le immagini di Peter Farago e Ingela Klemetz-Farag Chanel si reinventa nel Prêt-à-porter, “Prendendo i vestiti maschili e dando loro una piega femminile, Coco diede anche un significante contributo al movimento femminile. […] Non si volle mai descrivere come femminista, ma la sua rivoluzione nel disegno dell’abito femminile […] coincise con l’esplosione del movimento femminista (in Simmons, Horton, “Women Who Changed the World”).

Cover Northern Women@Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Siri Tollerod, @Peter Farago/ Ingela Klemetz-Farago

 

La donna si veste di elementi pittorici con una struttura moderna e contemporanea dove il presupposto Chanel delle linee definite dei contorni e dei tessuti opachi, che con i loro colori catturano la luce diventa elemento principale anche dell’immagine fotografica. Le modelle sono altamente definite, quasi irreali nella loro estrema definizione, si fanno specchio della luce del Nord, incarnano il nuovo modello di donna Chanel: “bricolage” ovvero una femminilità accentuata dal paradosso, direbbe il semiologo francese Jean-Marie Floch.

Peter Farago e Ingela Klemetz-Farago, Vicky Andren, @Peter Farago/Ingela Klemetz-Farago




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