Si interpreta il futuro al FotoGrafia Festival Internazionale di Roma 2010

Marco Cardioli, la ricostruzione virtuale

L’arte contemporanea può interpretare il futuro? La risposta ci viene dalla fotografia: FUTURSPECTIVES. Ovvero “può la fotografia interpretare il futuro?”. Questo è l’attesissimo tema della quinta edizione del FotoGrafia Festival Internazionale di Roma che dal 24 settembre al 24 ottobre illuminerà la sede del MACRO Testaccio. Marco Delogu, direttore artistico, ci ha parlato dell’organizzazione del Festival “tre curatori, scelti con un bando internazionale, lavoreranno su argomenti diversi: Marc Prust (fotografia ed editoria), Valentina Tanni (fotografia e new media) e Paul Wombell (fotografia e arte contemporanea), Sul loro lavoro vi rimando ai testi contenuti nelle singole sezioni del catalogo. Come direttore artistico, arrivato alla nona edizione del festival, ho tenuto in particolar modo a consolidare una tradizione del festival che era quella di produrre lavori nuovi: Giuliano Matteucci con “Ecclesia” e logicamente Tod Papageorge con “Opera città” (ottava “commissione Roma”)”.

Ikka Halso, sezione "Bumpy ride"

Ebbene, tre curatori per tre sezioni con temi ed impostazioni differenti tra loro. Commistione di linguaggi e di identità artistiche. Vedere per credere. E noi ci siamo andati e abbiamo visto. Tra la folla di curatori, appassionati, giornalisti, giovani fotografi underground o meno, l’inaugurazione ha visto la partecipazione di persone essenzialmente curiose che avevano in mente la stessa domanda “cosa ci aspetterà quest’anno?”. Perchè il Festival, tra polemiche e sostenitori, ha almeno un merito: proporre sulla scena romana un pò di quello che succede nell’arte contemporanea nel mondo. Diciamo che fa suonare “la sveglia” a Roma, capitale delle belle arti forse un pò troppo “storicizzate”.

Filippo Minelli, immagini di mondi virtuali

La splendida sede è quella del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma nella sua ambientazione di archeologia industriale dell’ex mattatoio. Qui troviamo le tre sezioni principali del Festival contornato dalla collaborazione del così detto Circuito ovvero,  eventi legati alla fotografia,  in luoghi quali le gallerie e le accademie della città.

Ebru Eruiku nella sezione "Bumpy ride"

Qualcosa ci è piaciuto di più e qualcosa meno. E’ evidente da subito nel lavoro di Paul Wombell per la sezione “BUMPY RIDE”. Qui assistiamo al connubio tra Blade runner e Matrix. La “science fiction” nel fermo immagine; la città (in)visibile di Cédric Delsaux, Ebru Erülkü, Mirko Martin e più poetica quella di Peter Bialobrzeski. Cose già viste, azzardi visivi, forti contrasti e grandi formati. Potremmo dire l’eccesso del postmoderno. Come nei lavori sui bambini che piangono di Jill Greenber o le giovani ragazze cinesi di O Zhang. Degna di nota le immagini di Ikka Halso con il suo lavoro sulla natura “imprigionata”. Kader Attia conclude il percorso facendoci osservare il mare, simbolo del futuro possibile.

Marco Cadioli, ricostruzione di mondi virtuali

Valentina Tanni per la sezione fotografia e new media ribadisce l’unione tra i due. “MAPS AND LEGENDS” volge lo sguardo verso il territorio, come abbiamo già visto nella sezione di Paul Wombell. Il web diventa esso stesso un luogo e non più un non-luogo. Dal progetto su Google Street Views di Marco Cadioli, a parer nostro il miglio lavoro presentato in mostra, altri nove fotografi cercano di interpretare, separatamente, lo spazio e il tempo. Sono: Martijn Hendriks (Paesi Bassi), Justin Kemp (USA), Jaime Martinez (Messico), Filippo Minelli (Italia), Sascha Pohflepp (Germania), Jon Rafman (Canada), Phillip Toledano (USA), Harm Van den Dorpel (Paesi Bassi) e Carlo Zanni (Italia) .

Carlo Zanni, Cairo

L’interessante sezione su fotografia ed editoria curata da Marc Prust che chiude il festival “UNPUBLISHED – UNKNOWN”, presenta una selezione di lavori ancora non pubblicati. E’ ovvio. Come qualsiasi altra arte la fotografia non essite se non viene “vista”. Come un libro non esiste che per l’autore se non viene “letto”. Lo spettatore, il lettore, il fruitore in sistesi è fondamentale perchè l’arte è, nel suo essere, comunicazione.

Cedric Delsaux, sezione "Bumpy ride"

Prust ha selezionato a suo “gusto”, come lui stesso ha affermato, più di 90 progetti di diversi fotografi che non sono stati pubblicati per differenti ragioni tra cui i lavori di Sergio Ramazzotti, Alessandro Gandolfi, Alessandro Serranò, Donald Weber, Markel Redondo, Wei Ying Ang, Andrea Predescu, Filippo Massellani, Massimo Mastrorillo, Ann Ackermann, Freya Najade, Massimo Sordi, Anton Kusters, Gianfranco Maggio, Olivier Pin-Fat, Antonia Zennaro, Kosuke Okahara, Roger Guaus. Belli, interessanti ed intuitivi a loro modo. Insomma, da darci un’occhiata.

Giuliano Matteucci, Ecclesia, Premio Internazionale FotoGrafia Baume Mercier

Marco Delogu ha curato la mostra ECCLESIA di Giuliano Matteucci – vincitore del Premio Baume & Mercier dedicato alla giovane fotografia internazionale e l’esposizione del vincitore del PREMIO LIBRO 2009, Deformer di Ed Templeton. Al di là del fotogiornalismo e reportagismo generico, Matteucci inserisce poesia non nostalgica in ogni sua immagine. Possiamo dire che ci fa vedere, finalmente, “non la solita Africa”. Ed Templeton più “punk” è per questo anche lui poetico. Le sue immagini sono ritratti “ad arte” della società della costa californiana.

Maurizio Montagna, Billboards, Galleria Maria Grazia Del Prete (Roma)

Nel Circuito del Festival, tra le numerosi manifestazioni ne segnaliamo cinque a cui consigliamo di dare uno sguardo: L’altro lato a cura di Éric de Chassey di Philippe Gronon e Petites Histoires di Agnès Geoffray all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici; alla Galleria del Prete BILLBOARDS a cura di 3/3, foto di Maurizio Montagna; alla Sala 1 FotOttica a cura di Barbara Santamato, Emanuela Termine, artisti vari; alla s.t. foto libreria galleria JUNKSPACE. UNO SGUARDO SUL TERRITORIO AQUILANO a cura di s.t., foto di Antonio Di Cecco; alla Z2O Sara Zanin TRANSIENCE a cura di Z2O Sara Zanin, foto di Alberto Di Cesare, Olimpia Ferrari, Michael S. Lee, Ieva Mediodia, Annu Palakunnathu Matthew, Glen Sacks.

Agnès Geoffray, Accademia di Francia (Roma)

Cosa resta da dire? Partecipate, partecipate, partecipate. Anche solo per dire la vostra no?!

Ricordiamo che il Festival è inserito nel Mese Europeo della Fotografia, nato nel 2004, che comprende i festival di Parigi, Berlino, Bratislava, Lussemburgo, Mosca, Roma e Vienna. Ospita anche in anteprima assoluta, la nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia: MUTATIONS 3 – Public Image, Private Views, curata da Emiliano Paoletti, che presenta, tra l’altro, The Sochi Project di Rob Hornstra e Arnold Van Bruggen.

Tod Papageorg, Frammenti di Roma




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