Le Energie rinnovabili si accendono al MADRE di Napoli

Yoko Ono "Balance piece", 2010

Il BIO è tornato di moda. Ebbene si, dalla mela non più di “Biancaneve”, ma colta nell’orto del vicino dove il vermetto è indice di “qualità” agli abiti eco-sostenibili in fibre e colori vegetali che ci fanno tanto radical quanto chic, l’ambiente è diventato il vero cult degli ultimi anni ed ormai purtroppo, nell’opinione pubblica, riserva solamente qualche spicciolo delle questioni originarie.

Nari Ward, "I am a man", 2010

Porsi domande e non “consumare” solamente l’ambiente. Salvaguardia ambientale, energie rinnovabili, emissione dell’anidrite carbonica sono temi ancora da affrontare e che sono alla base, seppur a volte solo per fattori economici, dei grandi dibattiti internazionali. In questi ultimi le arti contemporanee si sono da sempre poste in prima linea affrontando temi come materia, effimero e ambiente. Queste associazioni di parole saltano subito all’occhio anche allo spettatore meno esperto nella mostra Trasparenze – l’Arte per le Energie Rinnovabili, mostra collettiva che ospita trentacinque artisti italiani e internazionali, a cura di Laura Cherubini, ospitata, dopo il MACRO di Roma, al Museo Madre di Napoli dal 15 settembre al 25 ottobre.

Chicco Margaroli, "Nel tempo di ogni luce", 2010

Gli artisti presenti in mostra ci invitano alla discussione, all’analisi del rapporto scienza-arte, al paradossale effetto poetico dell’assemblaggio di materiali più disparati. Non il semplice utilizzo dei materiali “poveri” come appunto nell “Arte povera” degli anni ’60. Ritroviamo i materiali come come terra, il legno, ferro, stracci, plastica, scarti industriali, con l’intento però non solo di “ritorno all’origine” ma di proposte produttive. I soggetti sono l’installazione, luogo della relazione tra opera e ambiente, e l'”azione” performativa. In una parola si vuol produrre “sensibilizzazione pubblica”. E lo si fa con classe.

Ackoyd&Harvey, Shroud, 2010

Come Yoko Ono che in occasione della 53ma Biennale di Arti Visive riceverà il Leone d’Oro alla Carriera. Lei, una delle pioniere dell’Arte Concettuale, sfida la forza di gravità con l’installazione “Balance piece”: gli oggetti più comuni sono attrati da un magnete così da apparire sospesi. Il senso? L’arte come la più alta forma di energia. Vito Acconci ed il suo “Help” è il capofila di chi tramuta quest’energia in “violenta” consapevolezza del rischio ambientale. E così troviamo riaffermati i diritti civili dell’uomo in Nari Ward “I am a man” e Mimmo Paladino con “El Quixote” un documentario girato nel 2007 e ispirato al Don Quichotte di Cervantes.

Rauschemberg, 2010

Dall’altra c’è chi traforma l’energia creativa con l’utilizzo e riutilizzo dei materiali “base” dell’uomo: fuoco, terra, acqua e aria. Il vento è protagonista nelle opere di Liliana Moro “Il rumore del vento”, in Stefano Nicolini con l’idea di generare energia dal battito d’ali di milioni di farfalle e nella fotografia delle pale eoliche di Mario Giuseppe Schifano. L’acqua è una scultura liquida in Alberto Garutti e Lucy&Joerge. Bruna Esposito, Olafur Eliasson, Flavio Favelli, Wolfang Laib e Chicco Margaroli elaborano le traformazioni della luce. Il riciclo della materia è però il vero protagonista. Dall’ opera tattile di Ackoyd&Harvey “Shroud” al contatto di opere create con calzini, stoffe, vetri e candele. Parliamo di artisti come El Anatsui, Tony Cragg con il murales “Riot” fatto con scarti di materiali e oggetti più disparati, Shay Frish Peri, le sedie e il tavolo “Love Difference” di Michelangelo Pistoletto senza dimenticare Pascale Marthine Tayou e Rirkrit Tirvnija.

Liliana Moro, "Il rumore del vento", progetto 2010

La materia pura è invece elaborata da Sandro Chia, Christiane Löhr, Cloti Ricciardi, Robert Rauschenberg, Christiane Löhr o Wolfgang Laib. Il connubio di tutto ciò lo troviamo in Georges Adéagbo che in “La visibilité parlant de la transparence” (2010) ci propone un percorso di immagini costruite con ritagli di giornali, oggetti trovati, libri e stoffe. Alla fine potremmo davvero dire che “tutto si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.

La manifestazione artistica e culturale è ideata, organizzata e promossa dall’Associazione Fabula in Art.




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