La moda britannica apre la sua settimana a Londra
Una ricerca anglosassone durata tre anni (2006-2007) dichiarava che il 75% delle donne amano fare shopping nel loro tempo libero molto di più che leggere, ascoltare musica, fare sport o usare internet. Su queste premesse prende vita dal 19 al 23 febbraio nel capoluogo britannico, la nuova edizione della London Fashion Week.
68 sfilate (di cui 29 trasmesse online) oltre 5000 visitatori attesi tra compratori, tv e radio, giornalisti e fotografi. Una manifestazione durante la quale si “piazzano” ordini in ragione di 100 milioni di sterline e che arricchisce di 30 milioni di sterline ogni anno l’economia della città. Da questi dati si capisce come anche per gli inglesi, l’industria della moda sia importante. Lo confermano anche i dati occupazionali visto che tutto il comparto moda è il secondo datore di lavoro con la peculiarità di essere il primo per presenza femminile (oltre il 70%). Il British Fashion Council (l’equivalente alla nostra Camera della Moda) ci informa che la moda Inglese esporta principalmente in Usa, Giappone, Russia, Francia, Italia, Medio Oriente, Hong Kong e Cina ma il vero boom lo continua a fare il mercato on-line.
La Fashion Week londinese è un evento che si caratterizza per la presenza di stilisti già noti ( Pringle of Scotland, Burberry Prorsum, Jenny Packham, Vivienne Westwood Red Label, Marios Schwab) sia per la notevole attenzione ai nuovi talenti che vengono sostenuti , anche economicamente, con diverse iniziative, come il programma Newgen ed il premio Fashion Forward.
La scomparsa dello stilista Alexander McQueen , Londinese, che per ben quattro volte si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento di stilista dell’anno al British Fashion Awards, lascia un vuoto importante proprio mentre si pensa a quali giovani talenti potranno affacciarsi e resistere sul panorama internazionale .
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