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Uno dei più solenni elogi del giornalismo fu una dichiarazione di Thomas Jefferson nel 1787: «Se fossi costretto a scegliere fra un governo senza giornali, o giornali senza un governo, non esiterei a preferire la seconda scelta». D’altra parte non mancavano, anche in passato, opinioni meno benevole, come un’osservazione di Honoré Balzac citata da Alberto Cavallari: «Se la stampa non ci fosse, bisognerebbe soprattutto non inventarla. Il giornalismo è un inferno, un abisso d’iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non possiamo attraversare, e dal quale non possiamo uscire puliti».
Il tema controverso della libertà di stampa, che ebbe in tutti i paesi, e in particolare in Italia, un’evoluzione complessa, con fasi di progresso e periodi di repressione e censura, arriva ai giorni nostri sulle passerelle dell’Alta Moda di Roma: la provocazione della maison Gattinoni durante la presentazione della collezione haute couture Autunno Inverno 2010-2011 firmata Guillermo Mariotto, dove abito di punta della collezione, It Girl, è un vestito da sposa-bavaglio in raso lucido bianco. Una provocazione fortemente voluta dal direttore creativo che inneggia alla libertà , come l’anno scorso era per quella in Iran, quest’anno è per quella di stampa; ma la collezione di Gattinoni a parer nostro non ha bisogno di polemiche. Per nulla banale, provocante, amante degli eccessi, il vestito è protagonista a 360°, la collezione di Guillermo Mariotto vuole ragazze nude sotto i seducenti abiti: sandali in camoscio e calze lavorate a rilievo, con ricami che ricordano tatuaggi all’hennè, le ragazze ribelli Gattinoni sono viaggiatrici instancabili, che indossano lipstic ring in oro e diamanti di oltre dieci carati, gioielli di Gianni De Benedittis che ha disegnato l’intera collezione. Guerriere, figlie della globalizzazione e della società multietnica, le donne Gattinoni giocano all’interno di un melting pot di culture, tradizioni e religioni, i materiali sono innovativi: intrecci di fili di platino si trasformano in giacche-armatura che vengono accompagnate da pantaloni scultura in gazar di seta, ricordando gli antichi guerrieri samurai; gli abiti preziosi, sono sperimentazioni tessili concepite al computer, realizzate con oltre 2500 ore di lavorazioni.
La passerella al Casino dell’Aurora ricorda un “invito a palazzo” dove i 500 invitati sono ospiti di un grande evento, il gran ballo nel mondo Gattinoni.
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