Vogue Paris shock: le modelle sono bambine

Le baby modelle di Vogue Paris

Tv, giornali, riviste. Il mondo dei media pullula di immagini di bambini e bambinette intenti,  con sorrisi sdentati, a promuovere questa o quella merendina, il giocattolo dell’ultima ora o perché no, l’abitino  che scimmiotta quello di mammà.  Quello della presenza dei bambini nel mondo dello spettacolo o della moda, dove spesso ad una facciata patinata corrisponde un backstage frenetico e adatto solo ad adulti, è un tema caldo, che suscita dibattiti continui ed è caratterizzato da confini sottili, tanto sottili da rischiare costantemente lo scandalo.

Uno scandalo che oggi travolge una rivista tanto chiacchierata, almeno in questi giorni, e uno stilista tra i più famosi.  Vogue Paris, a pochi giorni dall’annuncio del nome del suo nuovo direttore, trova di nuovo spazio tra le pagine della cronaca, questa volta per un motivo più scottante che vede il coinvolgimento di uno dei provocatori della moda, Tom Ford, e di alcune bambine la cui età si aggira tra i 6 e gli 8 anni. Ford, alla guida della rivista per un mese come guest-director, sostenuto dall’amica Carine Roitfeld, direttore uscente,  nel numero di dicembre ha acceso i riflettori su delle bimbe,  che hanno posato per l’obiettivo dello stilista-fotografo truccate e agghindate senza imbarazzo alcuno neanche fossero modelle consumate,  e subito si parla di pedopornografia, o pedocouture com’è stata ribattezzato il fenomeno dagli addetti.

Le baby modelle di Vogue ParisL’accusa? Istigazione alla pedopornografia, provocazione  che trova la sua essenza nell’atteggiamento smaliziato delle bambine e nei lussuosi look proposti, più adatti a delle adulte che a delle bimbe, che oltre ad abiti audaci propongono un make up davvero pesante. E’ chiaro che delle accuse così pesanti considerate le recenti e improvvise dimissioni di Carine Roitfeld, hanno portato molti ad interrogarsi sulla coincidenza temporale che lega i due eventi. I bene informati giurano che sia proprio questa la causa del cambio di direzione di Vogue Paris.  Ad avvalorare la tesi una telefonata che secondo i rumors avrebbe fatto Arnault patron del gruppo LVMH  in persona a Xavier Romatet presidente di Condè Nast Francia, minacciando di chiudere i rubinetti destinati alla pubblicità se non avesse gestito la situazione immediatamente prendendo provvedimenti consoni.

Vero o no? Impossibile saperlo con certezza, sembra però che l’uscita di scena della Roitfeld intanto sia stata anticipata a febbraio anziché a marzo come detto inizialmente. E Tom Ford? Che si tratti di una inutile caccia alle streghe o di un’imperdonabile leggerezza non è dato sapere, ma l’altra faccia della medaglia giura che le immagini altro non sono che una risposta alle dure imposizioni della società. Una denuncia contro l’improvvisa perdita di spensieratezza delle più giovani  causata anche dall’imposizione di simboli e modelli da seguire inadeguati.




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