“The Cal” : Karl Lagerfeld firma il Pirelli 2011

ph: Karl Lagerfeld

In principio fu il Calendario Pirelli. Il più solido, atteso, ricercato (complice la tiratura limitata)  e sfavillante esemplare del genere, che ai centimetri di carne esposta può contrapporre con sicurezza il know how di artisti della fotografia di moda e non solo, trasformando immagini di splendide donne che di veli ne conservano pochi in nudi d’autore, ogni anno sceglie un nome prestigioso, ogni anno una location tra le più favolose e una manciata di donne dai fisici statuari e dà il via al carrozzone mediatico che domina gli ultimi mesi dell’anno, quando con l’arrivo delle festività  si moltiplicano, neanche fossero funghi in un bosco, i calendari più o meno audaci pronti a scandire i mesi del prossimo anno dalle curve seducenti di stelle e stelline .

ph: Karl Lagerfeld

Il fatto è che “The Cal”, così viene chiamato tra gli addetti di settore, come a dire che di simili non ce n’è, e in effetti unico nel suo genere lo è, considerato che  ha alternato anno dopo anno alcune delle bellezze più irraggiungibili del Pianeta, le top model più pagate al mondo, da  Naomi Campbell a Natalia Vodianova a Monica Bellucci (e si potrebbe andare avanti per ore snocciolando un immaginario elenco telefonico iperfashion, considerato che la tradizione ha avuto inizio negli anni ’60) affidate a nomi come Herb Ritts, Richard Avedon e Peter Lindbergh.

Si capisce che il fenomeno è grosso quando si pensa ai geni della fotografia di moda contemporanea, ed è questo che ha reso il calendario quasi cinquantenne un apprezzato appuntamento fisso per i suoi estimatori, proponendo dodici mesi alla volta un oggetto sempre più richiesto e ricercato, un pezzo mitico insomma. Mitico si, di nome e di fatto, specie se a metterci lo zampino è la creatività sorniona di uno come Karl Lagerfeld, che, scelto come obiettivo del 2011, pensando a “Mythology”  ha scelto di parlare di un ipotetico Olimpo popolato da straordinarie divinità  ma soprattutto di ritoccare  alcune delle dinamiche più canoniche del calendario, modificando di fatto per sempre le solide certezze dettate dalle curve mozzafiato firmate Pirelli.

Prima novità, il calendario è certamente democratico. Si perché non c’è dubbio che fino ad oggi il diario di immagini dedicato ai dodici mesi sia stato un’esclusiva pensata  per l’universo maschile, ebbene, uno come Karl Lagerfeld, che ha dedicato parte della sua vita a studiare le donne cercando di soddisfarle a tutti i costi – è o non è la mano dietro un marchio amato come Chanel?- non poteva in nessun caso escludere le quote rosa dal suo pubblico di estimatrici, e allora, per la prima volta in quasi cinquant’anni di curve messe alla luce del sole, accanto alle 15 top (Bianca Balti ed Elisa Sednaoui, Freja Beha Erichsen, Isabeli Fontana, Magdalena Frackowiak e Anja Rubik, Abbey Lee Kershaw, Lakshmi Menon, Heidi Mount e Erin Wasson, Natasha Poly, Lara Stone e Daria Werbowy, Iris Strubegger e Jeneil Williams) scelte dal mucchio delle celebrità da passerella compaiono 5 baldi indossatori, primo fra tutti il pupillo del kaiser della moda, Jean Baptiste Giacobini,  pronti a dare volto, ma soprattutto corpo, alle divinità dell’Olimpo immaginate da Karl Lagerfeld.

ph: Karl Lagerfeld

Tra le 36 pagine tutte in bianco e nero dedicate al 2011 poi, sorprende la presenza di una guest star d’eccezione, la bella Julianne Moore, che sembra averci preso gusto (è lei la testimonial , vestita solo di accessori, di Bulgari) e che per fare un favore all’amico Lagerfeld  impersona la dea Giunone per i 12 mesi dedicati al mito .  In barba ai vari Terry Richardson, Patrick Demarchelier e Nick Knight, Lagerfeld il mito se l’è creato e consumato a casa sua, o meglio nel suo studio di Parigi, è questa l’ultima novità che investe l’edizione 2011 del famoso “Cal”. Niente elefanti, fango o savana, “Less is more” lo diceva anche Coco Chanel, e quindi i riflettori si accendono solo sui protagonisti tanto belli da non peccare di credibilità se accostati a divinità greco-romane, in barba alle location da sogno scelte in passato.




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