90 anni di Gucci, ripercorriamo la storia del brand di Firenze

 

Il servizio di personalizzazione di Gucci - courtesy Gucci Group

“La qualità resterà per molto tempo dopo che ci si sarà scordati del prezzo “ . Celebre frase utilizzata per la realizzazione di una campagna di Gucci, oggi dopo bene 90 anni ci accorgiamo veramente che la qualità arriva quasi al centenario, e del prezzo è vero ce ne scordiamo se un investimento è fatto per bene ( come per i capi firmati Gucci) , ma sicuramente non ci scorderemo di un grande uomo, Guccio Gucci, che negli’anni ’20 diede vita con la  sua magnifica creatività, ai suoi prestigiosi prodotti, che dopo quasi un secolo sono tra i top del lusso e della moda mondiale.

 

la prima "boutique" Gucci a Firenze negli anni '40

Tutto inizia in quel lontano 1921, nel quale Guccio Gucci fonda un’azienda specializzata in prodotti in pelle e un piccolo negozio di valigeria nella pittoresca Firenze.

In pochi anni, il marchio ottiene un tale successo a tal punto che molte persone affollano la bottega Gucci in cerca delle collezioni di borse, bauli, guanti, scarpe e cinture ispirate al mondo equestre, e dal quale nasce la famosa icona del morsetto che diventerà il simbolo identificativo di questo facoltoso brand.

Trovatosi di fronte ai difficili anni della dittatura fascista in Italia, Gucci introduce materiali come canapa, lino e iuta, dei materiali economici ma di grande innovazione per superare la crisi degli anni 40, cosi come l’uso del bamboo da cui nasce la tutt’ora e richiestissima  Borsa Bamboo, la cui curvatura laterale è ispirata alla forma della sella.

Negli anni ’50, Gucci trova ancora ispirazione nel mondo equestre con il suo inconfondibile nastro a trama verde-rosso-verde. Apre boutique a New York e Milano.

Purtroppo nel 1953 questo grande maestro scompare lasciando ai suoi figli Aldo, Vasco, Ugo e Rodolfo le redini  dell’attività.

 

Il modello attuale della borsa Jackie di Gucci

Gli anni ’60 sono conosciuti per la nascita del logo con le due G incrociate, ma anche da creazioni esclusive e personalizzate per le star del cinema. Jackie Kennedy indossa la borsa a tracolla Gucci, oggi conosciuta come Jackie. Liz Taylor, Peter Sellers e Samuel Beckett sfoggiano la borsa Hobo, non strutturata e unisex. Non scordiamoci dell’inconfondibile sciarpa in seta a motivi Flora per Grace Kelly
Gucci continua ad espandersi all’estero aprendo negozi a Londra, Palm Beach, Parigi e Beverly Hills.

Nel 1981, Gucci organizza la sua prima sfilata di moda a Firenze.

 

La Top Model Freja Beha Erichsen durante una sfilata Gucci - ph: Paul de Grauve

Nel 1994, Tom Ford diventa direttore creativo di Gucci. Tacchi a spillo e gli abiti in jersey di seta con inserti a vista e dettagli in metallo diventano immediatamente icone dello stile glamour di questo marchio.

Nel 1999 il gruppo francese PPR entra nel capitale di GUCCI e ne acquisirà il controllo pochi anni dopo  e la totale proprietà nel 2006.

Nel 2002  l’italiana  Frida Giannini a soli 30 anni entra in Gucci come direttore stile della borsetteria e solo 3 anni dopo è a capo delle collezioni Donna da cui nel 2006 assumerà la responsabilità di tutte le collezioni divenendo Direttore Creativo del Brand. E’ grazie a lei che la maison Gucci si riafferma tra le potenze della moda. La fusione dell’innovazione di Frida con il suo gusto retrò riportano alla luce in maniera rivisitata i classici della collezione tra di essi Flora, La Pelle Guccissima, la New Jackie e la Nuova Bamboo.

 

Il museo Gucci a Firenze

Tra il  2009 e il 2010 nasce l’idea di un museo ispirato alla storia e alla tradizione di questa maison. Inaugurato meno di un mese fa lo troviamo proprio a Firenze città natale di Guccio, dove possiamo ammirare  alcuni rarissimi pezzi dagli anni ’20 ad oggi.

Oggi il brand ha 327 boutiques sparse per il mondo ed il Gruppo Gucci fattura oltre 4 miliardi di euro.  Esclusività, qualità, artigianalità italiana e autorevolezza, raccontano 90 anni di storia di un grande marchio che non smette mai di sorprenderci con la sua classe e stile, uno stile che a tutti piace portare, e non lo dico solo io, ma lo dice la storia della moda contemporanea.

 




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